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Maderna Bruno

CONCERTO per pianoforte e orchestra (1942)

a cura di Angela Ida De Benedictis
Riedizione critica delle opere di Bruno Maderna diretta da Mario Baroni e Rossana Dalmonte

Considerato a lungo smarrito, il Concerto per pianoforte e orchestra rientra nel novero delle opere giovanili di Maderna coinvolte in epoca recente in una vera e propria azione di (ri)scoperta e sorprendenti ritrovamenti. Composto nel 1942, fino a pochi anni fa delConcerto non esistevano che conoscenze parziali, limitate a rari documenti e ad alcune parti strumentali reputate le sue sole tracce superstiti. Benché da questi manoscritti potevano evincersi informazioni generiche sul Concerto per pianoforte, la lacunosità dei dati rendeva impossibile la restituzione di un testo e la probabilità di poter tracciare i contorni della sua storia. Il rinvenimento negli ultimi cinque anni di ben tre esemplari differenti della partitura e di un cospicuo numero di parti strumentali, rintracciati in archivi e luoghi differenti, hanno progressivamente contribuito a illuminare la genesi e il destino di quest'opera, oggi completa in ogni sua parte. L'incrocio di questi rinvenimenti ha reso finalmente possibile l'approntamento della presente edizione critica, curata da Angela Ida De Benedictis, basata su una quantità di testimoni eccezionalmente ricca e, non di rado, densa di inattese varianti.


Il Concerto per pianoforte e orchestra è un'opera di breve ma intenso respiro, formata da tre macrosezioni (Adagio - Allegro - Adagio) che si susseguono senza soluzione di continuità. Lo stile e il linguaggio armonico risentono fortemente degli influssi post-romantici, dello studio di Bartók e delle prime scoperte armoniche e post-tonali legate a Stravinskij, Hindemith e Malipiero. Il legame di Maderna con la tradizione - e la volontà di minarla nello stesso tempo nelle fondamenta - raramente sono stati così evidenti e analizzabili come in questa pagina giovanile.

Angela Ida De Benedictis

REQUIEM PER SOLI, CORI E ORCHESTRA

a cura di Veniero Rizzardi
Riedizione critica delle opere di Bruno Maderna diretta da Mario Baroni e Rossana Dalmonte

 

QUARTETTO PER ARCHI IN DUE TEMPI

(1955)
a cura di Marco Russo
Riedizione critica delle opere di Bruno Maderna diretta da Mario Baroni e Rossana Dalmonte

Il Quartetto per archi in due tempi (1955), dedicato all'amico Luciano Berio e commissionato dalla città di Darmstadt, è una delle opere più significative della produzione maderniana. Esso rappresenta uno dei primi e dei più aderenti esempi compositivi alla prassi tecnica ed estetica dell'esperienza post-weberniana, tanto da indurre lo stesso autore a definirlo con un'opera cruciale, capace di segnare il resto della propria produzione.


Fino al 1955 Maderna aveva già realizzato opere di grande pregio, che lo imposero all'attenzione dei suoi contemporanei - fra tutte Musica su due dimensioni (1952), laKranichsteiner Kammerkantate (1953) e la serie delle Composizioni (1948-1954) - ma con il Quartetto trova una personalissima via alla serialità, che lo ammette di diritto nella cerchia dei più vivaci compositori che gravitavano intorno ai Ferienkurse di Darmstadt.

L'opera si sviluppa su sei gruppi di altezze che vengono riproposti nel secondo movimento con una tecnica a specchio, già sperimentata da Anton Webern nella sua Symphonie op. 21, ma arricchita da un processo di erosione che determina il contrasto espressivo con la prima parte dell'opera. Considerato a più riprese come un vero e proprio «capolavoro seriale» (Horst Webern), esso rappresenta quindi una vera e propria «rivoluzione nella continuità» (Bruno Maderna).

ALBA

Lirica per voce di contralto e orchestra d'archi su testi di V. Cardarelli

Edizione critica a cura di G. Magnanensi

DIVERTIMENTO IN DUE TEMPI

per flauto e pianoforte

Edizione critica a cura di Anna Maria Morini

AULODIA PER LOTHAR

Edizione critica a cura di Nicola Verzina

DON PERLIMPIN

Opera radiofonica in un atto dalla commedia di Federico Garcia Lorca tradotta da Vittorio Bodini. Adattamento del testo di B.Maderna

Edizione critica a cura di Sandro Gorli

TRE LIRICHE GRECHE

Edizione critica a cura di Alberto Caprioli

MUSICA SU DUE DIMENSIONI

Edizione critica a cura di Nicola Scaldaferri

COMPOSIZIONE N. 1

per orchestra (1948-1949)

Edizione critica a cura di Angela Ida De Benedictis 
Riedizione critica delle opere di Bruno Maderna diretta da Mario Baroni e Rossana Dalmonte

Dall'Introduzione di Angela Ida De Benedictis:

Composizione n. 1 per orchestra fu portata a termine da Bruno Maderna tra il 1948 e il 1949, in epoca di poco successiva alla stesura delConcerto per due pianoforti e strumenti (versione eseguita a Venezia il 17 settembre 1948) e pressoché in contemporanea con le Tre liriche greche.




Sulla genesi dell'opera, dai contorni a tutt'oggi incerti, solo vaghe ipotesi possono essere avanzate grazie allo studio del suo corpus di abbozzi e schizzi, oggi conservati presso la Paul Sacher-Stiftung di Basilea e, parzialmente, in copia presso l'Archivio Maderna di Bologna. Per la definizione del periodo di creazione sono piuttosto di conforto rari accenni presenti nella corrispondenza di Maderna che permettono quantomeno di delimitare l'ampia cornice temporale tracciata dallo stesso compositore nella partitura autografa: «Venezia - 1948-49». Due distinte lettere inviate a Maderna da Nino Sanzogno, dedicatario dell'opera, consentono di circoscrivere l'effettiva fase di scrittura tra gli ultimi mesi del 1948 e la prima metà del febbraio 1949. In una prima missiva (datata 17 dicembre 1948), il direttore d'orchestra - tra informazioni di vario genere - si preoccupa dello stato di avanzamento di una partitura a lui destinata e rivolge al giovane compositore la domanda esplicita: «Come va la Sinfonia, quella per me?». Non possediamo purtroppo nessuna traccia di eventuali lettere di Maderna precedenti o successive a questa richiesta diretta. Ma non vi è motivo di dubitare che, con il termine «Sinfonia», Sanzogno stia alludendo alla futura Composizione n. 1 per orchestra, del cui impianto "sinfonico" fa fede tanto la compagine orchestrale prescelta, quanto la strutturazione dei movimenti interni (sebbene non esplicitamente evidenziati). Ancora senza una titolazione precisa l'opera è nuovamente menzionata in una seconda lettera del 17 febbraio 1949 (data che, con le cautele del caso, può prendersi come termine post quem non della sua creazione). Le seguenti entusiastiche parole di Sanzogno fanno manifestamente eco ad una precedente comunicazione di Maderna - purtroppo smarrita -sul completamento del pezzo orchestrale: 

[...] La notizia del tuo lavoro terminato mi dà molta gioia, ma a Venezia non verrò che in Luglio! Come farò a vedere la partitura? Sono curiosissimo! [...] 

Che alla prima metà del 1949 la scrittura dell'opera fosse terminata rende ulteriore testimonianza una lettera scritta da Maderna a Wolfgang Steinecke l'11 maggio dello stesso anno. Nell'elencare al direttore dei Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt quattro proprie composizioni (sinfoniche e cameristiche) potenzialmente eseguibili durante i corsi in programmazione per l'estate, Maderna cita a chiare lettere una Composizione per orchestra, indicando anche quale durata approssimativa 20'. A poco meno di un mese, però, e in risposta all'ottimistica prospettiva di Steinecke di poter realizzare a Darmstadt tutte le opere elencate, lo stesso compositore è costretto ad abbandonare l'idea di una sua possibile prima esecuzione in quanto «il materiale per la "Composizione per orchestra"[...] non è ancora completo». Sebbene nessuna data compaia sulle parti staccate e sui lucidi manoscritti, una traccia permette oggi di ipotizzare che in effetti il lavoro di ricopiatura e approntamento delle parti - compiuto con l'aiuto dell'amico Luigi Nono - sia stato messo a punto solo in epoca successiva al giugno del 1949: si tratta di quel «n. 1», presente in tutti i frontespizi autografi delle parti strumentali e aggiunto nel titolo verosimilmente in epoca di poco successiva al completamento della partitura, in concomitanza con la genesi diComposizione n. 2 (cfr. infra ). 

Il 12 maggio 1950, a distanza di un anno dalla prima lettera di Maderna a Steinecke,Composizione n. 1 per orchestra fu eseguita in prima assoluta a Torino, presso il Conservatorio di Musica «Giuseppe Verdi», nell'ambito della Stagione sinfonica pubblica 1950-51 dell'Orchestra Sinfonica della RAI. A capo della compagine orchestrale torinese vi era lo stesso dedicatario dell'opera: Nino Sanzogno. Del concerto, trasmesso con ogni probabilità in diretta radiofonica, non sembra essere rimasta alcuna traccia negli archivi cartacei dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI (OSN); la sola testimonianza che permette di stabilire la data e il programma della serata è fornita da una succinta menzione presente in un volume monografico dedicato ai primi cinquanta anni di attività della OSN, dalla quale si evince che l'opera, con il titolo di Musica per orchestra, fu eseguita in prima assoluta insieme alla Sinfonia n. 1 di Beethoven, al Concerto per violino e orchestra n. 2 di Bartók e al Dafni e Cloe di Ravel. Tale documento permette di archiviare in modo definitivo le incertezze sulla data della prima esecuzione di Composizione n. 1 per orchestra, originate in parte dallo stesso Maderna: in un curriculum manoscritto redatto nel 1953 per il «Centre de Documentation de Musique Internationale» di Parigi (comunemente definito «Elenco per Darmstadt»), il compositore indica quale data della prima «febbraio 1950», dato ripreso in seguito dagli studiosi maderniani; al pari imprecisa è l'indicazione che compare nel cosiddetto «Elenco Buenos Aires», compilato nel 1968, dove si legge che la prima assoluta ebbe luogo nel 1949 alla RAI di Torino «unter Leitung des Componisten». Negli archivi sonori della RAI non resta al pari traccia di alcuna registrazione di questa prima esecuzione; di una sua presunta esistenza testimonia oggi il solo «Elenco per Darmstadt», sul quale Maderna scrive: «Bandaufnahme Rai Torino». La dispersione di molti materiali coevi, così come le consuetudini radiofoniche circa il reimpiego delle bobine, lasciano purtroppo pochi dubbi in merito alla sua attuale esistenza.

Documentata, al contrario, è la seconda esecuzione dell'opera, avvenuta il 28 settembre 1962, sempre sotto la direzione di Sanzogno, nell'ambito del primo concerto stagionale del «Kölner Rundfunk-Sinfonie-Orchester und Kölner Rundfunkchor» (bobina conservata presso gli archivi della WDR di Colonia). La composizione maderniana affiancava nel programma la Sinfonia n. 97 in Do maggiore di Joseph Haydn, il primo Concerto per violino op. 19 in Re maggiore di Sergej Prokofiev e il Bolero di Ravel. Apparentemente – ed escludendo da questa panoramica l'incisione realizzata nel marzo del 2006 da Arturo Tamayo con il Radio Symphonie Orchester del Hessischer Rundfunk (Francoforte), basata sulla presente edizione critica – la tradizione esecutiva dell'opera sembra terminare con questa seconda ripresa tedesca: dal 1962 ad oggi nessuna traccia documentaria certa conforta l'ipotesi di altre eventuali esecuzioni di Composizione n. 1 per orchestra che, di sicuro, non fu più diretta da Sanzogno, né mai lo fu dallo stesso Maderna durante la sua costante carriera direttoriale. 

[...]

Nella composizione Maderna giustappone, senza soluzione di continuità, differenti movimenti, per un totale di 420 battute, suddivisibili in quattro parti variamente articolate al loro interno. 
Nella prima parte, bb. 1-138 (pp. 1-27), si susseguono i seguenti movimenti: 
Introduzione (vengono esposti 10 suoni)Lento , bb. 1-48; 
Un poco meno (si comincia a costruire il tema), batt. 49-73; 
Allegro , bb. 74-138. 

La seconda parte, bb. 139-266 (pp. 28-60), è costituita da un unico Allegro - Quasi lo stesso tempo in stile "tema con variazioni" - opportunamente volto in chiave dodecafonica:
(Esposizione) [ tema], bb. 139-165; 
I° Periodo [Metamorfosi], bb. 166-173; 
II° Periodo (scomposizione) , bb. 174-180; 
III° Periodo [Metamorfosi 2 a ] , bb. 181-196; 
IV° Periodo (integrazione) , bb. 197-211; 
V° Periodo (sintesi) , bb. 212-225; - VI° Periodo (distruzione) , bb. 226-238; 
VII° Periodo (dispersione) , bb. 239-266. 

Seguono quindi, sempre senza soluzione di continuità, la terza e quarta parte: 
Andante (il tema è divenuto serie), bb. 267-337 (pp. 61-73); 
Allegro moderato e vigoroso (Le 4 serie fondamentali si sviluppano in stretto canonico), bb. 338-420 (pp. 74-88). 

L'organizzazione e distribuzione delle altezze è regolata da una personale applicazione della tecnica dodecafonica sulla base della lettura e interpolazione di quattro distinte serie, laddove per il ritmo e la dinamica la libertà dell'autore è massima. 
La dedica a Nino Sanzogno non figura esplicitamente nel frontespizio dell'opera o in esergo, bensì è posta da Maderna direttamente in musica nell'ultima pagina della partitura (p. 88), alle bb. 401-405, e affidata ai timbri del Vibrafono e del Pianoforte. Tali voci, evidenzate nell'autografo grazie all'uso di un inchiostro rosso (cfr. § Descrizione delle fonti), scandiscono l'enunciazione alternata delle altezze legate alla traslitterazione sonora dell'offerta «A NINO SANZOGNO», basata su una precisa proiezione seriale. [...]

CONCERTO PER DUE PIANOFORTI E STRUMENTI

I e II versione (1948-1949) - Fascicolo Ia 
a cura di Paolo Cattelan e Rossana Dalmonte
Riedizione critica delle opere di Bruno Maderna diretta da Mario Baroni e Rossana Dalmonte

KRANICHSTEINER KAMMERKANTATE

Edizione critica a cura di Nicola Verzina