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DECIMINO IN MI BEMOLLE per flauto, oboe, fagotto, archi e pianoforte

Saverio Mercadante Edizione critica di Mariateresa Dellaborra Trascrizione del manoscritto e collaborazione all’edizione critica:
Jefferson Curtaz e Alessandro Mercando – Conservatoire de la Vallée d’Aoste

A metà del 1800 la musica da camera in Italia mancava quasi del tutto. Comporre un decimino per fiati, archi e pianoforte significava sfidare una tradizione melodrammatica consolidata e individuare dieci musicisti capaci di cimentarsi in una scrittura molto complessa e densa, che offriva ad ognuno un andamento autonomo, spesso anche virtuosistico. Nel 1858 per una serie di audizioni private, Mercadante completa il suo secondo decimino, opus originale, non basato, come il precedente, su temi d’opera e riscontra un successo senza precedenti. Si ammirano i quattro movimenti (Allegro – Minuetto con trio – Adagio – Allegro brillante) di cui il brano, secondo la più dotta scuola si compone, trovandoli pieni di idee intrecciate con grande originalità e creati in una forma che lasciava trapelare erudizione e sapere.

Grazie al recente rinvenimento delle parti staccate autografe, sino ad oggi sconosciute, conservate presso il Conservatoire de la Vallée d’Aoste, è stato possibile restituire il vero volto di questa dotta pagina eseguendo la collazione con la partitura conservata manoscritta autografa presso il conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli e ritrovare così quella chiarezza, gusto, piacevolezza ed effetto stupendo ed entusiastico di cui parlano le cronache del tempo.