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Martucci Giuseppe

SONATA IN RE MINORE OP. 36 PER ORGANO

Edizione critica a cura di Italo Vescovo
Nota introduttiva di Maurizio Tarrini

La Sonata in re minore per organo op. 36, rappresenta un unicum nella produzione strumentale di Giuseppe Martucci, essendo questa l'unica composizione dedicata dall'autore a questo strumento.


Scritta nel 1879, essa è preceduta da importanti lavori strumentali quali, ad esempio, laSonata per violino e pianoforte op. 22 (1874), la Fantasia in re minore per due pianoforti op. 32 (1876), il Quintetto per pianoforte e archi op. 45 (1877): tutti caratterizzati da una concezione compositiva il cui modello si trova oltralpe, con una manifesta predilezione per i romantici tedeschi, soprattutto Mendelssohn, Schumann e Brahms. Tra questi la figura di Mendelssohn ha costituito molto probabilmente, per quanto riguarda la Sonata per organo, il riferimento principale: l'uso del contrappunto e il senso della forma sono aspetti che accomunano i due autori, anche se rispetto a Mendelssohn, Martucci dimostra una maggiore espansione formale.

Articolata in tre movimenti, la Sonata per organo esprime in modo esplicito l'ideale compositivo di Martucci, adottando scrittura e forme musicali mutuate dalla cultura musicale d'oltralpe: il primo movimento è articolato in forma-sonata ed è il più ampio e ricco di idee musicali; il secondo, un Adagio in forma lied, quasi una ‘romanza senza parole' si caratterizza invece per intensità lirica a cui non sono estranee certe atmosfere franckiane; il terzo movimento è un'articolata fuga di ampio respiro, solidamente strutturata.

La presente edizione critica della Sonata per organo di Giuseppe Martucci è stata condotta principalmente sulle fonti autografe che sono custodite presso la Biblioteca del Conservatorio ‘S. Pietro a Majella' di Napoli.

Italo Vescovo