ADDIO GIOVINEZZA
Scene goliardiche in tre atti di S. Camasio e N. Oxilia
Libretto: Alessandro De Stefani (dalla commedia omonima di Sandro Camasio e Nino Oxilia)
Musica: Giuseppe Pietri
Prima rappresentazione: Livorno, Teatro Goldoni, febbraio 1915
PERSONAGGI
Dorina (soprano)
Elena (soprano)
Mario (tenore)
Leone (buffo)
Emma
Mamma Rosa
Carlo
I genitori di Mario
Sartine, Modiste, Studenti, Corteo trecentesco, il "Pontefice", il "Boia", una Fioraia
A Torino, intorno al 1910
(2.1.2.1. - 2.2.2.1. - Cel. - Perc. - Ar. - A.:6.5.4.4.3.)
LA TRAMA
Atto I
Mario, studente in Medicina all'Università di Torino, è innamorato di Dorina, una modista figlia della padrona di casa. Ma un pomeriggio Elena, misteriosa signora velata, si introduce a casa di Mario, che non può trattenersi dal corteggiarla galantemente, offrendole un mazzetto di fiori che Dorina gli aveva donato poco prima. La signora invita lo studente, per quella stessa sera, nel suo palco al Teatro Carignano. Dorina, non vedendo più i suoi fiori, intuisce che è accaduto qualcosa, mentre Mario si prepara all'incontro indossando lo smoking dell'amico Leone.
Atto II
Nella sua stanza, Mario attende la visita di Elena. Sopraggiunge Dorina, alla quale lo studente fa credere che il rubacuori sia Leone. Poco dopo arriva una delegazione di studenti, che reclama la presenza di Mario all'Università e lo porta via di peso.
Dorina capisce, dall'atteggiamento di Leone, che era proprio Mario ad attendere l'incontro galante, e decide di farsi trovare al suo posto. Al termine del colloquio fra le due donne, Elena se ne va, giurando di non rivedere più il giovane. Mario rientra furibondo, e lascia immediatamente Dorina.
Atto III
Sono passati due mesi. Gli amici si sono ormai laureati e si apprestano a partire, ricordando gli anni spensierati trascorsi insieme. Improvvisamente giunge Dorina, che vuole regalare a Mario il portafoglio che ella stessa ha cucito con le sue mani, nonostante il loro litigio. Con un ultimo, commosso abbraccio, i due dicono addio all'amore e alla giovinezza.
I PERSONAGGI
In Addio giovinezza le figure tipiche da operetta sono poche: il tenore (Mario) è un giovane intelligente, ma non molto simpatico, incapace come è di rispettare i sentimenti della sua ragazza, che non esita a sacrificare sull'altare dell'avventura.
Dorina (soprano) è invece sincera ed innamorata, una sorta di Mimì con una migliore salute. Elena (soprano) rappresenta la trasgressione, il desiderio inconfessato che si realizza all'improvviso; ma ha in sè la sensibilità per comprendere quanto male stava per fare. Leone (buffo) è certamente il personaggio più simpatico, con la sua bonomia e la disponibilità a rendersi utile agli altri.
LA MUSICA
Giuseppe Pietri non fece mai mistero delle proprie ambizioni operistiche, che ha potuto vedere compiutamente realizzate con l'allestimento di Maristella alla Scala, nell'interpretazione di Beniamino Gigli. Non è strano, quindi, che anche inAddio giovinezza siano facilmente individuabili numerose reminiscenze pucciniane e veriste. Il compositore ha però la modestia di mettersi al servizio delle atmosfere goliardiche, scandendone i momenti salienti con marce più o meno ritmate, e tutto il tessuto musicale appare adeguato all'ambiente.
I NUMERI MUSICALI
Atto I
Coro d'introduzione degli studenti : "Puoi studiar con allegria"
Duetto Mario-Dorina: "Tu m'ami, è già qualcosa"
Quintetto Leone-Emma-Carlo-Mario-Dorina: "Non m'accontento di modistine"
Entrata di Elena e duetto Elena-Mario: "Ma lei non è curioso?"
Duettino Mario-Dorina: "Dori, Dori vien vicina"
Finale atto I - Coro "E' primavera"
Atto II
Musica di scena
Duettino Mario-Dorina: "Va', va', non ti posso creder più"
Scena Dorina
Coro degli studenti: "O Mario studiosissimo"
Duetto comico Leone-Dorina: "Son venuta fin quassù"
Aria di Dorina: "Mario il mio ben" e finale atto II
Atto III
Sestetto: "La vita è fumo passegger"
Duetto Mario-Dorina: "Questa è la giovinezza" - Finale atto III
L'ACQUA CHETA
Operetta in tre atti
Libretto: Augusto Novelli (dalla commedia omonima), versi di Angelo Nessi
Musica: Giuseppe Pietri
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Nazionale, 27 novembre 1920
PERSONAGGI
Anita (soubrette)
Cecco, falegname (tenore)
Ida (soprano)
Stinchi, garzone di stalla (comico)
Rosa, moglie di Ulisse
Alfredo, giovane elegante
Asdrubale, causidico
Bigatti, reporter
Zaira
Anna
Lo sposo
La sposa
Il suocero
Corteo di invitati, Corteo della Rificolona, Ragazzi e ragazze del popolo, Vetturini, Vicini e vicine
(3.1.2.1. - 2.2.2.1. - Trg. - Gcp. - Tp. - Sistro - Perc. - Tamb. - Ar. - Cel. - A.: 4.4.3.2.1. -
Strumenti sul palco)
(E' disponibile una versione per orchestra ridotta, avente il seguente organico: 1.1.1.1.-2.0.0.0.- Perc. - A.)
LA TRAMA
Atto I
Firenze, anni '20. Cecco, giovane falegname e studente all'Università popolare, ripara un mobile in casa del vetturino Ulisse, ma cerca di tirare il lavoro per le lunghe, perchè si è innamorato di Anita, figlia di Ulisse, che lo ricambia timidamente. Mamma Rosa e la sorella Ida la tengono d'occhio, però, e quando Cecco trova il coraggio di chiedere in sposa Anita, la madre gli risponde seccamente di no. Giunge il nuovo dozzinante Alfredo, sedicente giornalista: è un giovane dai modi educati che entra subito nelle grazie di Mamma Rosa.
Atto II
Mentre il resto della famiglia è fuori per la festa della Rificolona, Anita e Cecco amoreggiano in giardino. Arriva Ulisse, e al giovane non resta che salire sull'albero di fico per non farsi scoprire. Dal suo nascondiglio ascolta una conversazione dalla quale capisce che Alfredo e Ida stanno progettando una fuga d'amore.
Atto III
Mamma Rosa è affranta per la fuga dei due giovani, e Ulisse chiama un avvocato per decidere il da farsi. Il reporter Bigatti, richiamato dalla notizia del rapimento, conferma che non esiste alcun giornalista di nome Alfredo. A questo punto Cecco annuncia di essere riuscito a bloccare i fuggiaschi, con l'aiuto dello stalliere Stinchi, e di averli rinchiusi in una stanza. La riconoscenza dei genitori gli frutta il sospirato consenso al matrimonio, e anche Ida e Alfredo, ottenuto il perdono, finiranno con lo sposarsi.
I PERSONAGGI
La caratteristica saliente di questo libretto è l'ambientazione decisamente popolare, che contrasta con lo sfarzo asburgico delle grandi operette danubiane, all'epoca imperanti. D'altro canto, la commedia "L'Acqua cheta", scritta dallo stesso Augusto Novelli in dialetto fiorentino, era stato un successo, e i caratteri dei personaggi vi sono ben delineati. Cecco è un tenore più vivace del solito, e proprio il fatto di essere stato rifiutato dai genitori della sua bella lo rende subito simpatico. Anita, nonostante i suoi rossori, è un soprano- soubrette, che deve credibilmente duettare con il comico, oltre che con il suo innamorato. E' invece Ida, "l'acqua cheta" del titolo, il vero soprano lirico, al quale spettano notevoli brani solistici. Il comico Stinchi si distingue dagli altri stereotipi del genere per una più evidente dose di umanità e malinconia.
LA MUSICA
Le tendenze operistiche di Pietri risaltano anche in questa partitura, che si presenta gradevole e ben costruita. La strumentazione è raffinata, con alcuni momenti lirici di buona suggestione, affidati soprattutto alle arie di Ida. Il libretto e l'ambientazione popolare impongono qualche concessione al folklore, che l'autore gestisce con dignità ed efficacia, daneo vita a motivi orecchiabili, come la stornellata di Cecco e la notissima canzone della rificolona.
I NUMERI MUSICALI
Atto I
Introduzione e terzettino Ida-Anita-Cecco: "Lieve s'intreccia il fil"
Quartetto Anita-Ida-Rosa-Cecco: "Se la lezione volge al suo fine"
Entrata di Ulisse e Stinchi: "Oh, come è bello guidare i cavalli"
Entrata del corteo nuziale e Coro: "Sciogliam purissime" - Uscita del corteo
Duetto comico Anita-Stinchi : "Sul carrozzin ben ci si sta"
Duetto Anita-Cecco: "Dal dì che t'ho veduta"
Aria di Ida: "No, questa vita no" - Coro del corteo nuziale
Finale atto I
Atto II
Introduzione
Entrata del Coro - Scena Ida-Alfredo-Stinchi e Coro: "Su le stelle sorridono"- Uscita del Coro
Stornellata di Cecco: "Fiorin, fiorello"
Duetto Anita-Cecco : "Sembreremo quelle vaghe tortorelle"
Quartetto Anita-Stinchi-Cecco-Ulisse: "Il trescon se non sai fare"
Sestetto e Coro: "La canzone della Rificolona" (Anita-Ida-Rosa-Stinchi-Ulisse- Alfredo)
Uscita del Coro
Interludio - Aria di Ida: "Come raggia e splende"
Finale atto II
Atto III
Intermezzo
Introduzione e Coretto di vicine: " Sora Rosa si consoli"
Ripresa di Cecco
Musica di scena
Aria di Ida: "Lo so che tu sei buono"
Finaletto atto III
LA DONNA PERDUTA
Operetta in tre atti di G. Giannini e G. Zorzi
Libretto: Guglielmo Zorzi e Guglielmo Giannini
Musica: Giuseppe Pietri
Prima rappresentazione: 1923
PERSONAGGI
Giacomina Fleur d'Azur (soprano)
Doretta (soubrette)
La Contessa Teresa di Formello
Miss Ketty
Alberto (tenore)
Professor Galileo (comico)
Commendator Acquaviva
Conte Armando di Fiorello
Il Sindaco
Il Primo Consigliere
Il direttore della Rapid
Isolina, servetta
Giacomo, servo in casa Formello
Domestici, Mondane,Viveurs, Fornitori, Operai
(3.1.2.1. - 2.2.2.1. - Ar. - Cel. - Cp. - 2 Perc. - A.: 8.8.7.6.5.)
LA TRAMA
Atto I
In casa dei conti di Formello. La contessa Teresa è restia a presenziare alla posa della prima pietra di un istituto, perchè la benefattrice è Giacomina Paletti, ex-cameriera in casa Formello, diventata ricca grazie alla sua libertà di costumi: ora si fa chiamare madamigella Fleur d'Azur. Doretta, giovane e ingenua nipote dei conti Formello, è fidanzata con Alberto, figlio della marchesa del Pero; ma è affascinata dalla figura di Giacomina, che la contessa definisce "donna perduta", termine a lei poco chiaro. Giunge Fleur d'Azur per salutare la sua ex padroncina Doretta, e si scopre che Alberto ha preso una cotta per lei. Indignata e delusa, Doretta fugge da casa in compagnia di Galileo, bizzarro professore di scienze naturali e precettore di casa Formello.
Atto II
Roma, giardino in casa di Giacomina. Mentre Fleur d'Azur e Alberto vivono senza impegno la loro storia amorosa, arrivano Galileo e Doretta, che hanno già finito i soldi. La ragazza non ha ancora capito cosa sia esattamente una "donna perduta" ma, pur di non tornare a casa, decide di seguire
l'esempio di Giacomina, che inutilmente cerca di farlo recedere. Il commendator Acquaviva, presente al colloquio, si rivolge all'agenzia Rapid per far allestire immediamente un villino da destinare a nido d'amore. Anche Alberto tenta di dissuaderla, ma Doretta è irremovibile.
Atto III
Salotto nel villino destinato a Doretta. Acquaviva vorrebbe concludere subito la sua avventura, ma il candore della ragazza finisce col commuoverlo, perciò decide di rispettarla e telegrafare subito agli zii perchè vengano a prenderla. Alberto entra furtivamente nel villino: Doretta lo accoglie freddamente, ma vedendo che egli si è ferito alla mano nel rompere un vetro per entrare, si scioglie e lo rassicura che nulla è accaduto con Acquaviva. I due giovani si sposeranno, mentre Galileo resterà con il commendatore in veste di maggiordomo.
I PERSONAGGI
L'ambiente è molto diverso da quello delle precedenti operette di Pieri, lontano sia da quello goliardico di "Addio Giovinezza", sia da quello popolare di "L'acqua cheta". C'è un assaggio di salotti nobiliari nel primo atto, ma la nota saliente è il clima equivoco della casa di Fleur d'Azur e del villino affittato da Acquaviva. Tra l'altro, il libretto presenta qualche doppio senso abbastanza pesante per l'epoca e forse più vicino alle battute d'avanspettacolo che alla sottile comicità dell'operetta classica. Doretta, con la sua eccessiva ingenuità, è una soubrette sui generis; mentre Giacomina, per motivi opposti, è un soprano più interessante. Pallida la figura del tenore Alberto, mentre Galileo è un comico tradizionale.
LA MUSICA
Con questa operetta Pietri, pur restando nell'ambito di una scrittura prevalentemente lirica, si apre ai nuovi ritmi. Accanto al valzer e alla mazurka, danze che abbondano soprattutto nel primo atto, fa la sua comparsa lo shimmy, una sorta di charleston che ebbe molta fortuna come ballo tipico dei duetti comici. Resta comunque viva la matrice popolare, come nel salterello campestre. Buono, per l'ispirazione e raffinatezza della strumentalizzazione, l'interludio del terzo atto.
I NUMERI MUSICALI
Atto I
Introduzione - Serenata di Alberto: "L' ardente melograno"
Ottetto Doretta-Contessa-Ketty-Galileo-Conte e 3 domestici: "Sull'albero fra i rami"
Entrata del Sindaco
Duetto Doretta-Galileo: "Che mai in città una perduta donna farà"
Musica di scena
Duetto Doretta-Alberto: "D'esser la tua sposina"
Aria di Giacomina: "Solo uno sguardo"
Finale atto I
Atto II
Giacomina-Alberto-Acquaviva e Coro: "Quella fata che il mago turchin"
Duetto Giacomina-Alberto: "Vien diletto menzogner"
Duetto delle campane (Doretta-Galileo)
Giacomina-Doretta-Galileo-Acquaviva e Coro di donne: "La donna di diamanti"
Duetto Doretta-Alberto: "Ancora in tempo"
Arietta di Gin: "Il giallo dell'arcobaleno"
Finale atto II
Atto III
Coretto degli operai
Lo shimmy (Doretta-Galileo-Acquaviva-Direttore-Isolina-Marietta-Giacomo-Fritz)
Interludio
Strofa di Alberto: "Sul mio cuor ch'è pieno di ansietà"
Finale atto III: "Or le mie campane di sentir mi par" (Doretta-Alberto-Galileo-Acquaviva)