DOVE CANTA L'ALLODOLA (WO DIE LERCHE SINGT)
Operetta in tre atti di A.M. Willner e Reichert
Titolo originale: Wo die Lerche singt
Libretto: A.M. Willner e Heinz Reichert
Musica: Franz Lehar
Prima rappresentazione: Budapest, Konigstheater, 1° febbraio 1918
PERSONAGGI
Versione originale | Versione italiana |
Török Pál, vecchio contadino (comico) | Pall |
Margit, sua nipote(soprano) | Margit |
Sándor Zapolya, pittore(tenore) | Sandor |
Barone Arpád Ferenczy | Arpad |
Vilma Garamy, cantante(soubrette) | Vilma |
Bodrogy Pista, giovane contadino | Pista |
Borcsa, domestica | Borcsa |
Kovács Lajos, oste | Lajos |
János | Jan |
Reszö | |
Uno chauffeur | |
Pittori e Pittrici, Contadini e Contadine, Ragazze |
(2.2.2.2. - 4.2.3.0. - Cel. - Clav. - 2 Perc. - Ar. - A.: 8.8.6.5.5.)
LA TRAMA
Atto I
Una piazza in un villaggio ungherese,1918 circa. Sul finire dell'estate, i turisti si apprestano a tornare in città. Il pittore Sandor si è invaghito della contadinella Margit, nipote del vecchio Pall, e vuole trattenersi più a lungo per finire il ritratto che le sta facendo. Ma la ragazza è già fidanzata con il giovane compaesano Pista, e anche Sandor ha una storia d'amore con la cantante Vilma. Inutilmente l'amico Arpad e la stessa Vilma cercano di far capire a Sandor che quello non è il suo ambiente: quando Pista affronta il pittore per gelosia, Sandor decide di portare la ragazza in città.
Atto II
Studio di Sandor a Budapest. Pall e Magrit si sono trasferiti a casa del pittore, ormai fidanzato con la ragazza, per consentirgli di completare il quadro; ma entrambi sentono la nostalgia del paese natio. Giungono in visita Vilma, Arpad e alcuni amici: il gruppo prende in giro Margit per la sua semplicità, ma Sandor non prende le sue difese; anzi accetta un invito a casa di Vilma per la sera stessa. Margit è molto irritata: i suoi occhi aggressivi ispirano Sandor che finisce rapidamente il suo quadro.
Atto III
Stessa scena, ma in piena estate. Il quadro di Sandor ha vinto il primo premio a un importante concorso: ora il pittore è famoso, e potrebbe sposare Magrit. Ma il giovane si rende conto che l'infatuazione si sta spegnendo, e si ritrova fra le braccia di Vilma. Magrit li vede e decide di tornare subito al villaggio con Pall, la cameriera Borcsa e il fedele Pista.
I PERSONAGGI
Con questa operetta Lehar lascia le abituali ambientazioni viennesi e parigine per tentare un'incursione nel mondo bucolico della campagna ungherese. Nonostante l'abilità dei librettisti, la storia è piuttosto esile, e la mancanza del classico lieto fine non vale a riscattarla, anzi la copre con un velo di tristezza. Del resto, già nel corso della vicenda gli spunti divertenti sono piuttosto scarsi. Pall è più un vecchio filosofo, con la sua saggezza spicciola, che non un comico nel vero senso della parola. Margit (soprano) è fin troppo ingenua, tanto da far perdere credibilità anche alla sua irritazione finale. Molto antipatico risulta Sandor (tenore), con la sua pretesa di considerare Margit come sua proprietà, pur volendo conservare la propria libertà. Vilma (soubrette) ha poco spazio per esprimersi, e anche lei non brilla certo per simpatia.
LA MUSICA
Un ampio risalto viene riservato, ovviamente, alle danze ungheresi tradizionali, una delle quali chiude il primo atto. Per il resto è ancora il valzer al centro della partitura, attorniato dalle immancabili marce e da qualche pagina lirica di buona scrittura. Nel complesso si può parlare di un Lehár "minore".
I NUMERI MUSICALI
Atto I
Introduzione e Coro: "Rosseggian le foglie"
Aria di Pall: "Che importa se v'è un mondo più gaio e bel?"
Entrata di Magrit: "Per i verdi prati, per i boschi ombrati"
Duetto Margit-Sandor: "Vaga lodoletta"
Reminiscenza: "Vaga lodoletta" (Sandor)
Terzetto Vilma-Margit-Pall: "E' ben più san tra i campi vegetar"
Marcia e Palotas: "Dal raccolto noi veniam" (Margit, Pista e Coro)
Finale atto I
Atto II
Canzone di Margit: "Alla festa piace a me danzar"
Duetto Vilma-Sandor: "Ma qual è lo sposo d'un tal tesor?"
Marcia: "Quando a me dicea la mamma" (Pall e Coro)
Duetto Vilma-Sandor: "Ah, rapida l'ombra dell'oblio"
Reminiscenza: "Che importa se v'è un mondo" (Pall)
Finale atto II
Atto III
Intermezzo
Reminiscenza: "I tuoi baffetti" (Pall)
Duetto Vilma-Sandor: "Che io la mano ti porga"
Reminiscenza: "Ah, rapida l'ombra" (Vilma-Sandor)
Finaletto atto III
EVA
Operetta in tre atti di A.M. Willner e R. Bodanzky
Libretto: A. M. Willner e Robert Bodanzky
Musica: Franz Lehar
Prima rappresentazione: Vienna, Theater an der Wien, 24 novembre 1911
PERSONAGGI
Versione originale | Versione italiana |
Eva (soprano) | Eva |
Octave Flaubert (tenore) | Ottavio |
Pepita Desirée Paquerette (Pipsi) | |
(soubrette) | Gipsy |
Dagobert (buffo) | Dagoberto |
Bernard Larousse | |
Voisin | |
Prunelles | |
Mathieu | Matteo |
Anselm Bachelin | |
George | |
Teddy | |
Freddy | |
Gustave | |
Henry | |
Elli | |
Zizì | |
Ferry | |
Operai, Operaie, Dame, Cavalieri |
(2.2.2.2. - 4.2.3.0.- Ar.- 2 Perc. - 2 Tp. - A.: 8.8.7.6.6.)
LA TRAMA
Atto I
Nella vetreria Flaubert si festeggiano i vent'anni di Eva, una trovatella che quindici anni prima Bernard Larousse e gli operai hanno adottato, crescendola come una figlia. Nello stesso giorno arriva il nuovo proprietario della fabbrica, Octave Flaubert, un giovane gaudente non abituato al lavoro. Giunge Dagobert, suo compagno di scorribande, che gli chiede di ospitare la sua ultima conquista, Pipsi: una dama misteriosa che vuol fuggire dal marito violento. In realtà è una commessa di negozio che con questo stratagemma riesce a fare gratis le proprie vacanze. Intanto Octave conosce Eva e ne rimane affascinato.
Atto II
In casa di Octave c'è una grande festa. L'ingenuo Dagobert , nonostante non abbia più un soldo, è deciso a sposare Pipsi non appena questa avrà divorziato dal suo presunto marito, che ella gli fa credere sia Prunelles, ragioniere nella ditta Flaubert. Nel frattempo Eva e Octave si rendono conto di essere innamorati. Mentre la ragazza fa la sua apparizione alla festa, vestita come una moderna Cenerentola, giungono gli operai, guidati da Larousse, decisi a difenderne l'onore. Octave fa credere loro di voler sposare Eva, ma la ragazza capisce che non è vero, e fugge via.
Atto III
Una villa ai Campi Elisi. Eva è fuggita a Parigi, dove ha fatto innamorare di sè il Duca di Marnov, che la riempie di doni, pur senza ottenere nulla in cambio. Dagobert ha fatto carriera: è diventato procuratore, con uno stipendio dignitoso, e finalmente Pipsi accetta di sposarlo, confessandogli la verità sul suo passato. Arriva Octave ed Eva, dopo aver tentato di respingerlo, si arrende al suo amore.
I PERSONAGGI
Il libretto presenta poche novità nella distribuzione dei ruoli. Vero è che questa volta il ricco è il tenore (Octave), che di solito è un nobile spiantato, ma il carattere è più o meno lo stesso: fatuo, vanaglorioso, con ravvedimento finale. Più interessante Eva (soprano), che è esattamente l' opposto delle precedenti eroine di Lehár: povera, ingenua, tenta inutilmente di diventare cinica e arrivista. Convenzionali la soubrette (Pipsi) e il comico (Dagobert).
LA MUSICA
La partitura si inserisce nel solco tracciato dalle precedenti operette di Lehár, quali "La vedova allegra" e ancor più "Il Conte di Lussemburgo", con gran profusione di valzer e interessanti squarci lirici. Non possono mancare un paio di marce brillanti e il duetto d'amore. A un'attenta lettura, però, la musica rivela raffinatezze orchestrali e contrappuntistiche che contribuiscono a fare di Eva una delle più belle e interessanti creazioni di Lehár.
I NUMERI MUSICALI
Atto I
Preludio
Introduzione - "Eccoci tutti" (Larousse e Coro)
Melodramma e romanza "Mia madre era bella" (Eva)
Scena e duetto: "Destino, fato, tu comandi " (Octave, Voisin, Prunelles)
Entrata e duetto Pipsi-Dagobert: "No! Non tremar! "
Duetto Pipsi-Octave: "La gioia di Montmatre"
Finale atto I (Eva, Octave, Larousse, Prunelles)
Atto II
Introduzione, coro, romanza e danza: "Deh, mi salva Dagobert" (Pipsi, Dagobert, Prunelles, Teddy, Freddy e Coro)
Marcia: "Chi voglia diventare un vero parigino" (Octave, Dagobert, Prunelles, Teddy, Freddy, George, Gustave, Henry, Pipsi e coro)
Terzetto Pipsi-Dagobert-Prunelles: "Fra il marito ch'ebbi un dí"
Melodramma e duetto Eva-Octave : "Perché tremate cosí?"
Romanza di Octave. "E' triste confessar"
Duetto Pipsi-Dagobert: "No, tu devi ritornare"
Melodramma e duetto Eva-Octave "Eva! Divina apparizion"
Finale atto II: "Silenzio, silenzio" (Eva, Pipsi, Octave, Dagobert, Teddy, Freddy, Larousse e coro)
Atto III
Duetto Eva-Pipsi: "la parigina che si fa ammirar"
Aria: "Attenta, attenta, bimba mia" (Eva,Teddy, Freddy e Coro)
Musica di scena
Uscita e danza: "Pipsi, dolce Pipsi" (Dagobert e Pipsi)
Finale atto III (Eva, Octave e Coro)
FINALMENTE SOLI (ENDLICH ALLEIN)
Operetta in tre atti di A.M. Willner e R. Bodanzky
Titolo originale: Endlich Allein
Libretto: A. M. Willner e Robert Bodanzky
Musica: Franz Lehar
Prima rappresentazione: Vienna, Theater an der Wien, 10 febbraio 1914
PERSONAGGI
Conte Massimiliano Splenningen
Willibaldo, suo figlio (comico)
Dolly Doverland (soprano)
Contessa Costanza Dachau
Tilly, sua figlia (soubrette)
Barone Frank Hansen (tenore)
Anatolio Dilldorf, suo segretario
Walter, guida alpina
Gianni, guida alpina
Job, guida alpina
Cameriere d'albergo
D'Henneberg, agente di viaggio
Una coppia di sposi
Ospiti e Personale dell'Albergo, Paesani e Paesane, Guide.
(2.2.2.2. - 4.2.3.1. - Cel. - Ar. - Tp. - Gc. - A.: 8.7.6.5.5.)
LA TRAMA
Atto I
Un albergo alpino, 1914 circa. Il giovane barone Frank Hansen si è innamorato di Dolly Doverland, altra ospite dell'albergo, che però è promessa a Willy, figlio del conte Splemmingen. Tra i villeggianti c'è anche Tilly, figlia della contessa Costanza Dachau, una nobildonna a corto di denaro, che per sbarcare il lunario affitta le stanze della sua casa agli studenti universitari. Tra questi c'era anche Willy, che aveva avuto una breve storia d'amore con Tilly: quando i due giovani si incontrano, la vecchia fiamma si riaccende. Intanto Dolly, alla quale Willy è indifferente, accetta di fare un'escursione in montagna con Frank, pur senza conoscerne l'identità.
Atto II
Uno spiazzo roccioso sulle alpi. Dolly e Frank trascorrono piacevolmente la loro giornata in montagna, e quando si rendono conto che la sera si avvicina, è ormai tardi per tornare. Sono quindi costretti a trascorrere la notte all'addiaccio.
Atto III
La terrazza dell'albergo. Tutti sono preoccupati per la sorte di Dolly: mentre si stanno organizzando le ricerche, i due giovani rientrano sani e salvi. Per non essere costretta a sposare Willy, Dolly gli fa credere che Frank l'abbia baciata: in questo modo il fidanzamento è sciolto, e le due coppie sono libere di riunirsi.
I PERSONAGGI
Finalmente soli non brilla certo per originalità. Solo la scena in montagna è inconsueta per l' ambientazione e perchè l'intero atto è affidato a due soli personaggi. Il resto rientra nelle convenzioni: il tenore (Frank) è il solito nobile innamorato che si presenta sotto mentite spoglie; il soprano (Dolly) è una figura pallida. Più simpatica e interessante è la soubrette Tilly, che forma con il comico Willy una coppia ben assortita. Di routine gli altri personaggi. La vicenda verrà comunque ripresa, 17 anni dopo, dallo stesso Lehár e dai librettisti Herzer e Löhner con il titoloIl mondo è bello.
LA MUSICA
La parte del leone la fanno ancora i ritmi tradizionali: valzer, marcia, gavotta, mazurka. Notevole la canzone dell'Edelweiss, che Dolly canta nel secondo atto. Per il resto, non si può certo dire che si tratti del miglior Lehár, dal punto di vista creativo, anche se la correttezza formale è sempre ineccepibile.
I NUMERI MUSICALI
Atto I
Insieme - Coro: "Un matrimonio sa ognor provocare"
Solo - Frank: "Il treno parte alle tre ! "
Duettino - Willy e Splenningen: "Giovin son"
Costanza e Tilly: "Dimmi, mamma"
Tilly e Willy: "Il primo, il biondo Alberto"
Entrata di Dolly: "Il mondo è bel"
Terzetto Dolly-Willy-Splenningen: "Fiero cor devi avere"
Tilly e Coro: "Quando un valzer vuoi danzar"
Musica di scena
Finale atto I
Atto II
Introduzione e duetto Dolly-Frank: "Oh ! com'è bel il mondo di giù"
La canzone dell'Edelweiss
Finale atto II
Atto III
Valzer Intermezzo
Reminiscenza (Willy)
Duetto Tilly-Willy: "Sì vieni fuggiam"
Melodramma
Duetto Dolly-Frank: "Soli noi vicino al ciel"
Quintetto Tilly-Willy-Splenningen-Cameriere-Dilldorf: "Quel che accade inver"
Finaletto atto III
IL MONDO E' BELLO (SCHÖN IST DIE WELT)
Operetta in tre atti di L. Herzer e F. Löhner
Titolo originale: Schön ist die Welt!
Libretto: Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda
Musica: Franz Lehar
Prima rappresentazione: Vienna, Theater an der Wien, 21 dicembre 1931
PERSONAGGI
Versione originale | Versione italiana |
Der König | Il Re |
Kronprinz Georg, | |
suo figlio (tenore) | Il principe Giorgio |
Herzogin Maria Brankenhorst | La duchessa Maria |
Elisabeth Prinzessin, | |
sua nipote (soprano) | La principessa Elisabetta |
Graf Sascha Karlowitsch (comico) | Conte Sacha Karlowitsch |
Mercedes del Rossa, | |
Prima ballerina (soubrette) | Mercedes Del Rosso |
Direktor des Alpenhotels | Direttore dell'albergo |
Der Obersthofmeister | Gran Cerimoniere |
Ein Groom | Un lacché di Mercedes |
(2.2.2.2. - 4.2.3.1 . - 2 Perc. - Ar. - Cel. - 2 Mand. - Banjo - A.: 3.2.1.1.1. - Strumenti sul palco)
LA TRAMA
Atto I
Salone dell'Albergo, nel Tirolo, 1930 circa. Il direttore dell'hotel è in agitazione per l'arrivo del Re, che viaggia in incognito sotto il nome di Barone Falkenau. Tra gli ospiti sono anche Mercedes Del Rosso, prima ballerina, la Duchessa Maria e sua nipote, la principessa Elisabetta. La duchessa vorrebbe dare la nipote in sposa al principe Giorgio, figlio del Re, del quale ella stessa fu amante molti anni prima. Ma Elisabetta non è interessata alle nozze regali, e preferisce la compagnia di un misterioso cacciatore, incontrato casualmente. Giunge il Re, che si invaghisce della bella Mercedes; ma quest'ultima ha già sposato segretamente il conte Sacha, e i due non trovano il coraggio di confessare al Re la verità. Anche Giorgio dichiara al padre di non avere alcuna intenzione di sposare la principessa. Intanto Elisabetta, senza svelare il proprio nome, accetta di fare una escursione in montagna con il cacciatore, che altri non è se non il principe Giorgio, anche lui sotto mentite spoglie.
Atto II
Uno spiazzo roccioso sulle Alpi. Elisabetta e Giorgio stanno trascorrendo piacevolmente la loro giornata presso una baita, quando la radio dà notizia della sparizione della principessa Elisabetta. Dalla descrizione, Giorgio capisce che si tratta proprio della sua amica, ma riesce a non rivelarle la propria identità. Mentre si accingono a ritornare, si stacca una pericolosa slavina, e i due, dopo essersi confessati il reciproco amore, trascorrono la notte nella baita.
Atto III
Stessa scena del primo atto. Tutti sono preoccupati per la sorte di Elisabetta, temendo che possa essere rimasta sepolta dalla slavina. I due giovani rientrano sani e salvi, e la principessa confessa alla zia il suo amore per il cacciatore. Anche il Re non sa come dire alla Duchessa che il figlio Giorgio non vuol saperne di sposarsi. Mercedes e Sacha riescono finalmente a strappare al Re il consenso alle nozze e a quel punto possono rivelargli anche che il matrimonio è già avvenuto. Anche Giorgio si decide a mostrarsi ad Elisabetta come principe e chiederla in moglie.
I PERSONAGGI
La vicenda è molto vicina a quella della precedente Finalmente soli (1914) dello stesso Lehár: il secondo atto ambientato in montagna, il primo e il terzo in un albergo delle Alpi, l'intreccio, pur essendo più semplice, è molto simile. Anche dal titolo è stata tratta un'aria ("il mondo è bel") cantata da Dolly in Finalmente solie ripresa, sotto forma di duetto, anche in questa operetta. La differenza sta nella condizione sociale dei personaggi - quelli di Il mondo è bello sono più nobili e più ricchi rispetto a quelli di Finalmente soli - e nello sviluppo di certe situazioni, decisamente più "osè" rispetto alla casta versione 1914. Nonostante gli sforzi di Herzer e Lohner, non c'è molta fantasia: la trovata del principe che si nasconde sotto le vesti di cacciatore è ripresa da La Danza delle Libellule (1916) ; l' albergo alpino era all'epoca ormai abusato. Anche i personaggi risultano quindi piuttosto stereotipati. Giorgio (tenore) sicuro di sè e del suo fascino, non può riuscire simpatico. Elisabetta (soprano) è al contrario troppo ingenua per essere credibile, e anche l'abbandono con il quale accetta le profferte del principe (notte compresa) è eccessivo. Più divertente e maliziosa la figura della duchessa Maria, mentre il comico (Sasha) e la soubrette (Mercedes) rientrano nella norma.
LA MUSICA
La musica è stata in gran parte riscritta, rispetto a Finalmente soli, anche se qualche brano, come accennato in precedenza, è stato ripreso integralmente. Le melodie gradevoli non mancano, in questa partitura, e anche le danze sono abbastanza moderne: tango, rumba, slow fox, valzer Boston. Ma la miglior vena creativa di Franz Lehár aveva forse già imboccato la via del tramonto.
I NUMERI MUSICALI
Atto I
Preludio
Scena e valzer: "Ditemi un po', signor direttore" (Direttore e Gran Cerimoniere)
Scena e aria: "Vorrei realizzare alfin" (Elisabetta)
English waltz: "Duchessa Maria !" (Re e Duchessa)
Duetto comico: "In questa mia sposina" (Sacha, Mercedes)
Entrata di Giorgio: "Spensierato mi chiamano ognor"
Marcia e duetto: "Giovani noi siam" (Elisabetta e Giorgio)
Tango: "Rio De Janeiro" (Mercedes, Re e Sacha)
Finale atto I: "Là dove più presso al sol" (Giorgio e Elisabetta)
Atto II
Introduzione, scena e duetto: "Il mondo è bel" (Elisabetta e Giorgio)
Melodramma
Aria di Giorgio: "Credi, o cara, in me"
Finale atto II (Elisabetta e Giorgio)
Atto III
Introduzione e ensemble: "Direttore, direttor, non sapete nulla ancor?"
(Direttore, Mercedes,Sacha e Coro)
Reminiscenza: "Liberi vogliamo su pei monti andar" (Elisabetta e Giorgio)
Duetto: "Conosco un bel locale" (Elisabetta e Giorgio)
Valzer Boston: "Dolce amor lo debbo dir" (Elisabetta)
Rumba: "Belle donne ridenti" (Mercedes, Sacha e Coro di Dame)
Finaletto atto III
IL PAESE DEL SORRISO (DAS LAND DES LÄCHELNS)
Operetta in tre atti di V. Léon, L. Herzer e F. Löhner
Titolo originale: Das Land des Lächelns
Libretto: Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda
Musica: Franz Lehar
Prima rappresentazione: Berlino, Metropol Theater, 10 ottobre 1929
PERSONAGGI
Versione originale | Versione italian |
Lisa Lichtenfels (soprano) | Lisa Listendels |
Sou-Chong, Principe cinese (tenore) | Se Ciong |
Mi, sorella del Principe (soubrette) | Mi |
Gustav von Pottenstein (comico) | Gusti |
Conte Ferdinand Lichtenfels, | |
padre di Lisa | Ferdinan |
Lore, nipote del conte Lichtenfels | Lori |
Tschang, zio del Principe Sou-Chong | Miao-Ciang |
Fu-Li, segretario della Legazione cinese | Fu-Ly |
Capo degli Eunuchi Mi-Ciò | |
Fini, amica di Lisa | |
Franzi, amica di Lisa | |
Vally, amica di Lisa | |
Toni, amica di Lisa | |
Un generale | |
Una nobildonna | |
Un ufficiale cinese | |
Ufficiali, Dignitari, Dame, Cavalieri, Mandarini, Domestiche. |
(2.2.2.2. - 4.2.3.1. - Cel. - Ar. - 3 Perc. - A.: 7.6.5.4.4. - Strumenti sul palco)
LA TRAMA
Atto I
Vienna 1812, Villa dei conti Lichtenfels. Lisa, bella e corteggiata, sta per fidanzarsi con Gustav, suo amico e confidente. Ma all'ultimo momento prega il padre di non dare l'annuncio, perchè si è innamorata del principe cinese Sou-Chong. Questi, però, deve ritornare subito al suo paese, per assumere la carica di presidente dei Ministri. Lisa, ormai affascinata, accetta di seguirlo in Cina.
Atto II
Pechino, un anno dopo. Il principe e Lisa sono felicemente sposati, ma Tschang, zio di Sou-Chong, gli ricorda le severe leggi del suo paese: l'erede al trono deve sposare quattro donne cinesi, e le nozze con un'europea non sono valide. Giunge intanto Gustav, che è riuscito a farsi inviare in Cina come rappresentante della sua società: qui conosce Mi, sorella del principe, una timida fanciulla che mostra insofferenza verso le tradizioni cinesi. I due si innamorano, ma anche per Gustav vale la stessa legge: il matrimonio con uno straniero non è consentito. Il principe è costretto a sposare le quattro cinesi, mentre Lisa, che sente la nostalgia di Vienna, decide di tornare in patria.
Atto III
Lisa non riesce a farsi una ragione per la fine del suo sogno d'amore. Anche Mi e Gustav, nonostante questi prometta alla fanciulla di ritornare, sono consapevoli che tutto è finito. L'addio è doloroso, ma Sou-Chong e Mi non possono mostrare la loro sofferenza, perchè la Cina è il "Paese del sorriso".
Nota
In Italia esiste un'altra versione, con lieto fine, firmata da Mario Nordio ed Enrico Dezan (Edizioni Suvini Zerboni) . Il terzo atto si svolge a Vienna, in casa di Lisa, un anno dopo: mentre Gustav è alla ricerca di un espediente per riuscire a sposare Mi, Lisa non riesce a dimenticare il principe. Giunge la notizia che Sou-Chong, pronunciato un immediato divorzio dalle quattro mogli che gli erano state imposte, si è fatto nominare ambasciatore a Vienna, e sta per arrivare, portando con sé la sorella. Le due coppie si riformano e questa volta non si lasceranno più.
I PERSONAGGI
Il Paese del sorriso è il rifacimento, quasi integrale, della precedente operettaLa giacca gialla (1923), uno dei pochi fiaschi nella fortunata carriera di Lehár. Le modifiche ridussero al minimo gli elementi caricaturali ed ampliarono quelli sentimentali. Sou-Chong (tenore) con il suo rispetto delle tradizioni, la sua dignità principesca, è il personaggio che più si allontana dagli stereotipi da operetta. Lisa (soprano) è invece più tradizionale: la sua mania per l'esotismo assomiglia molto alle fantasie d'altro genere che coltivavano le eroine che l'hanno preceduta. Anche Mi (soubrette), nonostante la sua grazia virginale, è abbastanza convenzionale.
Visto l'impianto generale dell'operetta, il più sacrificato è Gustav (comico), che ha poco spazio per ridere e far ridere.
LA MUSICA
In quegli anni, Lehár modelleva le sue composizioni sulla figura di Richard Tauber, il tenore che egli considerava interprete ideale delle sue operette. Per questo le pagine di afflato lirico sono preponderanti, a partire dalla celeberrima "Tu che m'hai dato il cuor". Anche i duetti comici risentono di questo clima, e appaiono più delicati e meno brillanti. Nonostante il parere contrario di molti detrattori, anche autorevoli, bisogna riconoscere a questa partitura una dignità drammatica nuova e una ricerca coloristica di alta scuola.
I NUMERI MUSICALI
Atto I
Ouverture
Introduzione ed entrata: "Amo della danza l'eleganza" (Lisa, Gusti, Coro)
Duetto Lisa-Gusti: "Buoni amici restiam"
Entrata di Sou-Chong: "Sempre sorrider e lieti apparir"
Duetto Lisa e Sou-Chong: "Il tè prendendo en deux"
Aria di Sou-Chong: "Un serto vo' di petali rosa"
Finale Atto I: "E' un canto ardente" (Lisa e Sou-Chong)
Atto II
Intermezzo
Introduzione e scena di Sou-Chong
Duetto Lisa e Sou-Chong: "Chi nella nostra vita accese amor? "
Canzone di Mi: "Nel mister della pagoda"
Duetto comico Mi-Gusti: "Quando un cuore trova un cuore"
Romanza di Sou-Chong: "Tu che m'hai preso il cuor"
Aria di Lisa : "Tutto finì"
Danza Cinese
Finale atto II: "Tu m'hai umiliata e offesa" (Lisa e Sou-Chong)
Atto III
Marcia e canzone: "Vince l'amor che vola" (Lisa e Coro)
Duetto comico Mi-Gusti: "Zig! Zig! Zig!"
Arietta di Mi: "Svanì ben presto la tua gioia" (Reminiscenza)
Finale atto III: "Sorellina vien, su non piangere" (Lisa, Mi, Sou-Chong e Gusti)
LA MAZURKA BLU (DIE BLAUE MAZUR)
Operetta in due atti e tre quadri di L. Stein e B. Jenbach
Titolo originale: Die blaue Mazur
Libretto: Leo Stein e Béla Jenbach
Musica: Franz Lehár
Prima rappresentazione: Vienna, Theater an der Wien, 28 maggio 1920
PERSONAGGI
Versione originale | Versione italiana |
Graf Julian Olinski (tenore) | Giuliano |
Blanka von Lossin, sua moglie (soprano) | Blanka |
Clemens Freiherr von Reiger | Reiger |
Adolar (Engelbert) von Sprintz, | |
suo nipote (comico) | Adolar (Angioletto) |
Albin Edler von Planting | Planting |
Leopold Klammmdatsch | Klammdatsch |
Gretl Aigner (soubrette) | Greta |
Baron Treski | Freski |
Jan von Zastoja | Jan |
Czeyka | Czeika |
Hanschmann | Hanschmann |
Freihoff | Freihoff |
Exzellenz von Uxa | Von Uxa |
Nandine, sua moglie | Mandina von Uxa |
Frau von Hongardt | Signora von Vongardt |
Alois, domestico in casa Reiger | Luigi |
Uno chauffeur | |
Invitati e invitate, Signori e Signore dell'alta società, Domestici. |
(2.2.2.2. - 4.2.2.1. - 2 Perc. - Cel. - Ar. - A.: 8.8.6.5.4. - Strumenti sul palco)
LA TRAMA
Atto I - Primo Quadro: "Il Medaglione"
Dintorni di Vienna, villa del conte Olinski, 1920 circa. Si festeggia il matrimonio di Giuliano Olinski, conte polacco, con Blanka von Lossin, orfana di entrambi i genitori: la sposa porta al collo un medaglione, dono ricevuto dalla madre insieme all'eredità, con la consegna di aprirlo solo in caso avesse un grande dispiacere. Giunge la ballerina Greta, innamorata di Giuliano, che minaccia uno scandalo per punire il conte di averla lasciata e di essersi sposato senza dire una parola. La ferma Adolar, amico di Giuliano: questi si finge studente modello di giorno, per compiacere lo zio, che lo chiama Angioletto; ma la notte diventa uno scatenato gaudente. Blanka ascolta involontariamente un colloquio tra i due amici, nel quale Giuliano confida ad Adolar che teme di non essere tagliato per la vita matrimoniale; subito dopo Blanka incontra Greta, che le fa capire di essere l'amante del marito. A quel punto Blanka decide di lasciare Giuliano: apre il medaglione, e vi trova uno scritto della madre, che le consiglia di rivolgersi a un certo barone Reiger. Ella fugge via, mentre Giuliano si rende conto di non potere fare a meno di lei.
Atto I - Secondo Quadro: "I Vecchi Scapoli"
Salotto in casa del barone Reiger. A tavola siedono tre anziani scapoli: Rieger, zio di Adolar, e i suoi amici Planting e Klammdatsch. Mentre giocano a carte, ricevono la visita improvvisa di Blanka: la ragazza mostra a Reiger il biglietto del medaglione, e l'uomo le accorda subito protezione, in nome dell'amore che lo legava a Marta, la madre di Blanka. Adolar, con la complicità del domestico Luigi, fa credere alla ragazza di essere il fratello di Angioletto.
Atto II - Terzo Quadro: "La Mazurka blu"
Castello di campagna di Reiger. Il barone propone a Blanka di sposare Angioletto. Mentre è in corso una festa, viene recapitato un mazzo di fiori, accompagnato da un biglietto nel quale Giuliano annuncia il suo arrivo per le dieci. Blanka pensa che egli voglia costringerla a tornare, invece il marito le rende la sua libertà. Quando Giuliano scopre che Adolar ha abitato sotto lo stesso tetto con Blanka senza avvertirlo, i due amici si ritirano per un chiarimento. A complicare le cose, giunge anche Greta, in cerca di Adolar; i tre scapoli non possono aiutarla (per loro Adolar non esiste), ma la invitano a rimanere alla festa. Blanka vorrebbe fingere di accettare le nozze con Angioletto: a questo punto, Adolar è costretto a confessarle la verità. Greta, per riparare al male commesso con la sua scenata, propone ad Adolar di sposarla. Giuliano e Blanka si riconciliano danzando la mazurka blu, l'ultimo ballo prima dell'alba.
I PERSONAGGI
Il copione è costellato di raccomandazioni: gli autori volevano che fosse rispettata la ripartizione in due atti e tre quadri, che i primi due quadri non fossero separati da un intervallo, ma venissero collegati con l'intermezzo, che la canzone di Giuliano fosse cantata al buio, etc. Nonostante questi tentativi di innovazione, il risultato non è molto positivo dal punto di vista della fantasia, e l' intreccio risulta piuttosto macchinoso. I personaggi sono abbastanza convenzionali: il tenore(Giuliano) è il solito libertino pentito, il soprano (Blanka) è di un'ingenuità poco credibile, la soubrette (Greta) non ha molto spazio. Solo il comico si stacca dagli schemi per la gestione della doppia identità (Adolar/Angioletto). Buona l'idea dei tre anziani scapoli, che possono prestarsi a dar vita a una caratterizzazione quasi cinematografica (vengono in mente i simpaticissimi vecchi musicologi nel film Venere e il professore, con Danny Kaye e Virginia Mayo).
LA MUSICA
Le danze tradizionali la fanno ancora da padrone: oltre alla mazurka del titolo, troviamo il valzer, la marcia, la gavotta. Particolare attenzione Lehár ha posto nella stesura delle pagine liriche, anche se i risultati sono lontani dalle sue migliori creazioni.
I NUMERI MUSICALI
Atto I - Quadro I
Introduzione - Marcia nuziale - Polonaise - Coro dietro le quinte
Duetto Blanka-Giuliano: "Vien, ti voglio sussurrar"
Duetto comico Greta-Adolar: "Mi sono innamorata, sì"
Canzone di Adolar. "Sì, sì, dormir perché"
Aria di Giuliano: "Amar dovrò lei sola"
Finale quadro I: "Quel che fanciulla sognò" (Blanka, Giuliano e Coro)
Atto I - Quadro II
Intermezzo
Terzetto-gavotta: "Trascorse ormai la giovinezza" (Reiger, Planting e Klammdatsch)
Quintetto-madrigale: "La donna vien qui" (Blanka, Adolar, Reiger, Planting, Klammdatsch)
Finale quadro II
Atto II
Scena e valzer
Duetto Blanka-Giuliano: "Libera son davver?"
Terzetto: "Quando sul palco s'avvia" (Greta, Planting e Klammdatsch)
Mazurka
Duetto Blanka-Giuliano: "La mazurka danzar vuol"
Duetto comico Greta-Adolar. "Bimba, la tua testina"
Finale atto III
LA VEDOVA ALLEGRA (DIE LUSTIGE WITWE)
Operetta in tre atti di V. Léon e L. Stein
Titolo originale: Die lustige Witwe
Libretto: Victor Léon e Leo Stein
Musica: Franz Lehár
Prima rappresentazione: Vienna, Theater an der Wien, 28 dicembre 1905
PERSONAGGI
Barone Mirko Zeta, ambasciatore del Pontevedro a Parigi (basso)
Valencienne, sua moglie (soprano)
Conte Danilo Danilowitch, segretario dell' ambasciata (tenore/baritono)
Anna Glavary (soprano)
Camillo De Rossillon (tenore)
Njegus, cancelliere d' ambasciata (comico)
Visconte Cascada
Raoul de Saint-Brioche
Bogdanowitch, console del Pontevedro
Silviana, sua moglie
Kromow, consigliere d' ambasciata
Olga, sua moglie
Pritschitch, addetto militare d' ambasciata
Praskowia, sua moglie
Lolò, grisette
Dodò, grisette
Joujou, grisette
Cloclò, grisette
Margot, grisette
Froufrou, grisette
Un domestico
Parigini e Pontevedrini - Giocolieri - Suonatori - Servi.
(2.2.2.2. - 4.2.3.0.- 2 Ar. - Tp. - 2 Perc. - A.: 8.8.7.6.6.- Strumenti sul palco)
Di questa operetta esiste una versione coreografica, curata da J. Lanchbery, con due organici orchestrali:
(3.2.2.2. - 4.3.3.1 . - Ar. - Tp. - 3 Perc.-- A.: 8.7.6.5.4.)
oppure
(1.1.2.1. - 2.2.1.0. - Tp. - Ar. - 3 Perc. - A.: 5.4.3.3.2.)
LA TRAMA
Atto I
Parigi, 1905, nella sede dell'ambasciata di Pontevedro. Il barone Zeta, ambasciatore del Pontevedro, è preoccupato per le sorti del proprio paese: le casse dello stato sono vuote, e la bella vedova Anna Glavary ha ereditato un'enorme somma di denaro, che non deve uscire dal paese. Deve quindi trovarle assolutamente un marito pontevedrino; il cancelliere Njegus propone il nome del conte Danilo, segretario d'ambasciata e tenente di cavalleria, ma tra i due c'era già stata, in passato, una burrascosa storia d'amore. Il loro primo incontro fa scintille. Intanto la moglie del barone Zeta, Valencienne, è corteggiata da Camillo de Rossillon, al quale lei non è insensibile, ma vuole rimanere una donna onesta.
Atto II
Sempre a Parigi, palazzo di Anna Glavary. E' in corso una splendida festa: Camillo e Valencienne si danno appuntamento in un chiosco. Njegius se ne accorge e fa in modo che Anna, all'ultimo momento, si sostituisca a Valencienne: così lo scandalo è scongiurato, ma tutti pensano che ella voglia sposare De Rossillon. Per le casse del Pontevedro sarebbe una catastrofe.
Atto III
Anna e Danilo, nonostante la loro apparente rivalità reciproca, si amano ancora. Mentre Valencienne rinuncia defrinitivamente a Camillo, la bella vedova e il segretario d'ambasciata riconoscono i loro sentimenti e decidono di sposarsi. Il Pontevedro è salvo.
I PERSONAGGI
Il ruolo del conte Danilo può essere sostenuto tanto da un tenore, quanto da un baritono: questa bivalenza si riflette anche nel personaggio. Dietro l'apparenza di gaudente fatuo e squattrinato, Danilo ha una sua dignità, che gli impedisce di sposare Anna per denaro. Anche il personaggio della vedova (soprano) ha una consistenza drammatica diversa dal consueto. Njegius è diventato presto il più classico "comico" d'operetta, ingenuo nel suo tentativo di imitare la vita brillante di Danilo, ma furbo come diplomatico. Più usuale è la figura del barone Zeta (basso), e tutto sommato risultano pallidi i due amanti mancati Camillo (tenore) e Valencienne (soprano).
LA MUSICA
E' stato detto che La vedova allegra è al contempo l'ultima delle operette ottocentesche, che si inserisce nella scia di Offenbach e Strauss, e la prima del Novecento. Accanto a schemi tradizionali ( i lunghi finali d'atto, il can-can, la profusione di valzer e pagine liriche), è infatti possibile cogliere parole di novità.
I ritmi si fanno più moderni: la celebre marcia "E' scabroso le donne studiar" è ben diversa da quelle all'epoca consuete, e resterà insuperata; lo stesso valzer assume talvolta un senso di "valzer lento" che diventerà poi una caratteristica di Lehár nelle operette successive. I duetti d'amore abbinano al romanticismo una certa malizia, che conferisce al fluire della melodia una carica di fine sensualità.
La canzone della Vilja, splendida melodia di felice ispirazione, può essere considerata un'autentica romanza, e come tale entrerà nel repertorio concertistico dei più grandi soprani.
I NUMERI MUSICALI
Atto I
Introduzione: "Signori miei, mio signore" (Cascada)
Musica da ballo
Duetto Camillo-Valencienne: "Io sono una donna onesta"
Entrata di Anna e Coro : " Io di Parigi ancor"
Musica da ballo
Entrata di Danilo: "Vo' da Maxim allor"
Duetto Valencienne-Camillo: "Quest'è l'incanto dell'intimità"
Finale atto I: "Sceglierà ogni dama il cavalier"
(Anna, Valencienne, Danilo, Camillo, St. Brioche, Cascada e coro)
Atto II
Introduzione, danza e romanza della Vilja (Anna)
Duetto Anna-Danilo: "Hop là, hop là"
Marcia: " E' scabroso le donne studiar"
(Danilo, Zeta, Cascada, St. Brioche, Kromov, Bogdanowitsch, Pritschitsch)
Romanza di Camillo: "Come di rose un cespo"
Finale atto II
Atto III
Intermezzo
Scena di danza
Can-can delle grisettes: "Sì, noi siamo le signorine" (Valencienne e Coro)
Reminiscenza ( Danilo e grisettes)
Duetto Anna-Danilo: "Tace il labbro"
Finale atto III